Uno dei ciclomotori che ha segnato un’epoca, uno dei più venduti in assoluto in Italia, il Ciao.
Prodotto dalla Piaggio a partire dal 1967 ha fatto sognare generazioni e generazioni fino al 2006.
La meccanica
Simbolo di semplicità e funzionalità, il Ciao rispecchia questi ideali anche nella meccanica, semplice e minimale ma allo stesso tempo funzionale. L’equipe di ingegneri guidati da Bruno Gaddi, sviluppò il veicolo basandosi su un motore a cilindro orizzontale di 49,77cm³ a due tempi alimentato da una miscela di olio e benzina al 2%, il raffreddamento ad aria forzato sul cilindro attraverso una ventola e la testa esposta all’aria naturale.
Anche nel funzionamento il Ciao mantiene un’anima fortemente minimale, a partire dall’accensione mediante pedali, in principio molto simili a quelli di una bici e poi rafforzati con un’anima metallica coperta da uno strato di plastica per garantire una maggiore affidabilità. I pedali azionano la ruota posteriore mediante una catena, che trasmette il movimento al motore tramite la cinghia di trasmissione.
Durante la fabbricazione inoltre era stata data molta importanza al peso e ai costi, arrivando a produrre un mezzo che a secco pesava meno di 40 kg, tutto insomma incentrato verso la semplicità e la funzionalità, oltre che verso i costi ridotti.
I punti di forza del Ciao
Oltre il prezzo d’acquisto molto basso, il Ciao si distingueva per due principali punti di forza, i consumi e il peso irrisorio, strettamente collegati tra loro. Questo gioiellino infatti riusciva a raggiungere anche i 140 km con un pieno, inoltre, la manutenzione, come tutto del resto nel Ciao, era estremamente semplificata.
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